Eyes To Feel – The Bare Soul
L’8 dicembre sarà inaugurata la prima edizione di “EYES TO FEEL” a cura della giovane fotografa Costanza Salini che vive e lavora in Olanda, che nel 2021 è stata selezionata come uno dei 150 talenti emergenti della fotografia in Europa grazie alla pubblicazione “Fresh Eyes” sponsorizzata dalla rivista GUP.
“EYES TO FEEL” intende spostare l’obiettivo dagli spazi del vivere a quelli dell’essere. La prima edizione della rassegna, con il sottotitolo “The Bare Soul”, sarà una collettiva dedicata alla rappresentazione pura ed intima del corpo umano ospiterà nomi internazionali della fotografia.
Dialoghi tra Corpi, Laura Sgherri
Creare una condivisione di visioni, uno scambio, un dialogo. La curiosità fa da motore, la necessità di condivisione fa da sostegno. Io guardo, osservo, studio, con la pura curiosità di scoprire l’altro. Mi lascio osservare e studiare dalla pura curiosità dell’altro. Lo scambio privo di giudizio, diventa un dialogo intimo, vulnerabile, pieno di curiosità e riflessioni, emergono preconcetti, paure e pensieri giudicanti, ma restano da parte. L’esperienza di osservare ed essere osservati diventa una presa d’atto dei preconcetti che ci avvolgono in automatico.
It takes time to heal, Lydia Metrál
Per guarire ci vuole tempo, ci vuole molta pazienza, coraggio e amore. A volte bisogna distruggere tutto per ricostruire, per rinascere, ma ci vuole tempo e dietro ogni ferita si nasconde ciò che ci rende veramente umani. It takes time to heal è un progetto sulla fragilità e la resilienza, una serie di fotografie, combinazioni di immagini scattate negli ultimi cinque anni. È il mio modo di trascendere il dolore, l'ansia della vita quotidiana, di andare oltre le mie paure nel tentativo di rendere universale l'esperienza umana, di raccogliere e unire i vivi.
De nacre et d’os, Marie Le Gall
Tra il corpo ed il sé, la natura e l'immaginario della casa, l'effimero e l'eternità, la serie è un diario che esplora la mia infanzia, la mia definizione di casa, la mortalità, la morte e la famiglia. Traccia la storia di un'infanzia felice e una storia di violenza e della sua integrazione con gli abusi sessuali che ho subito in seguito, dall'età di 20 anni fino ad oggi, in diverse relazioni. La mia famiglia è sempre stata un sostegno, un grande albero a cui potevo aggrapparmi e sentirmi al sicuro. Recentemente mi è stato diagnosticato l'HSV-1-2 dopo aver subito un abuso sessuale, voglio documentare il viaggio di me stessa, del mio corpo e della sua evoluzione.
Torsos, Jesse van den Berg
Torsos è un'ode al corpo umano. Mentre Jesse cresceva, si sentivə piuttosto alienatə dall'essere nudə, sentendo il bisogno di coprirsi sempre, anche quando faceva la doccia da solə. Dopo aver abbracciato la sua queerness e aver incontrato persone che la pensano allo stesso modo, si è sentitə lentamente più a suo agio nella propria pelle. Questo è stato il momento in cui Jesse ha sentito il bisogno di lavorare sulla rappresentazione che a molti mancava. Dove la non-eterosessualità e la diversità vengono celebrate invece di essere nascoste.